Secondo l’opinione di Ika Abravanel, la pittura è una sorta di meditazione. Emerge da un luogo molto puro e autentico, a volte da un luogo nascosto e misterioso. Di solito inizi quando hai un qualche tipo di idea. C’è anche un aspetto della pianificazione, perché l’immaginazione evoca un’immagine, che a volte può essere molto dettagliata, ma il risultato è completamente diverso. Questo perché man mano che il processo si sviluppa, improvvisamente emergono idee aggiuntive e vengono utilizzate varie tecniche, e spesso il concetto originale viene persino completamente abbandonato e il dipinto diventa qualcos’altro che proviene da una fonte difficile da definire. A volte si chiama ispirazione.
Il livello di concentrazione, la natura fisica dell’opera e il livello di autocritica sono spesso così elevati da arginare il flusso e creare un blocco mentale, una sorta di muro virtuale a volte impraticabile. Questo è un modo sicuro per distruggere un dipinto con un potenziale. Pertanto, nella pittura i passi a volte ricordano i passi di danza – uno per uno, finché all’improvviso una sequenza di passi viene intesa come movimento.
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