Mostre 2016

Mostre 2016

invito Yannick Bourgeois

L’astrattismo lirico di Yannick Bourgeois

L’espressionismo astratto dell’artista francese Yannick Bourgeois disvela, attraverso la poetica interazione di forme geometriche e sonorità cromatiche, uno scenario di sentimenti ed emotività interiori che costituiscono la materia sottile e indomabile delle sue opere.                             Pur muovendosi all’interno di direttrici già precorse da uno dei massimi esponenti di questo stile, Wassily Kandisky, la Bourgeois raggiunge esiti nuovi ed originali che rispondono non tanto alla fedeltà ad uno stile o ad una maniera, quanto più ad una poetica intrisa di sensibilità femminile e di personali profondità interiori.                                                                                                                                                             L’evanescenza di impulsi ed energie imponderabili assumono nelle molteplici creazioni, l’imprevedibile forma di razionali ed equilibrate geometrie. Cerchi, linee, poligoni ed elaborazioni grafiche interagiscono così con colori e luminosità esuberanti producendo, attraverso puri mezzi visivi, un movimento che va dall’espressione dell’artista, alla percezione dello spettatore, attraverso un lento e meditato processo creativo.                                                                                                                                                                                                                                                  Una compiuta espressione della sensibilità artistica della Bourgeois è evidente nella tela dal titolo Hemera dove, in un vortice dinamico di linee curve, cerchi e grafismi, aleggia, senza disgregarsi nello spazio astrale dello sfondo, l’essenza geometrica di una musa greca, dalle vesti svolazzanti. L’intera composizione appare sostenuta dalla forza intrinseca del colore e riequilibrata dalla presenza confortante dei due cerchi, come due poli opposti di una stessa entità, la cui interazione genera e muove infinite forze vitali.                                                                   Il passo ulteriore operato dall’artista francese è ravvisabile nel quadro dal titolo Haedi che, nella mitologia greca, erano gli antichi cantori. Qui l’intera superfice si infrange in una variazione inesauribile di quadrati e rettangoli che acquistano corposità grazie all’alternanza di intense e talora sfumate cromie. Il punto di maggior tensione della composizione è richiamato da i due triangoli situati ai vertici opposti della tela, dove il movimento curvilineo dei tratti attribuisce profondità e leggerezza alla lucida e analitica scomposizione di uno spazio metafisico, in cui colori e forme veicolano le istanze emotive della pittrice.                                                                                                                                                                       Un’arte quella di Yannick Bourgeois, fondata sulla relazione sinestetica di discipline diverse, ma cooperanti in forza di comuni principi. Poesia pittura e musica si fondono in un sorprendente afflato lirico, per restituire nella molteplicità di ogni singolo elemento, la soluzione artistica a quelle lotte, interazioni, contrasti e dubbi che riflettono la complessa e dissonante armonia del nostro tempo.

"Just Urban Flowers"

Just Urban Flowers. Le forme dell’assenza in Paola Giordano

Dare forma e voce ad un istante transitorio sembra essere la donnée che anima le opere di Paola Giordano, artista che attinge a numerosi riferimenti offerti ampiamente sia dalle avanguardie del novecento che dalle più innovative sperimentazioni del secondo dopoguerra. Just Urban Flowers sembra essere un titolo semplice quanto mai chiaro eppure – come sempre accade con le cose in apparenza semplici – contiene dentro di sé un universo molteplice quanto mai articolato di tutte le complesse trame che caratterizzano le nostre moderne metropoli. Il caos, il rumore, la massa, la solitudine straniante dell’individuo, la povertà e l’indifferenza generale, sono temi che come vuote presenze strisciano silenziose sulla tela, alimentate dai colori forti e decisi che, senza ripensamento, graffiano la superficie con il loro segno grafico, quasi a somiglianza di certe segnaletiche orizzontali riprese dall’alto. Tanto infatti si può scorgere nei lavori di quest’artista attenta a catturare ciò che di natura nasce come effimero; la vita nelle città metropolitane. Così in una visione immediata che non lascia dubbio si offrono allo sguardo segni interpretabili come campi fenomenici entro i quali si consuma quella vita liquida tanto cara a Bauman nella quale siamo quotidianamente immersi e fagocitati. Le sue sono immagini di città riprese come dall’alto ove l’occhio dell’artista si confonde con quello curioso del drone che cattura situazioni, folle, caos, tragitti di vite reali o sospese. Nelle sue traiettorie che assomigliano alle scie luminose delle auto, gli affetti umani si incrociano e si mescolano con i bagliori notturni della luce elettrica, imbevuti dei rumori cittadini, e tuttavia in queste distese di luce aleggia qualcosa di profondamente spirituale e cosmico che oltrepassa l’aspetto puramente brulicante degli individui per far spazio ad una possibile forma vivente che s’incarna nel fiore metropolitano. Quello che a dispetto del cemento e del catrame spunta dal terreno e affonda le sue radici di pietra nel bosco cittadino che non emana odori né quiete, semmai fa da sfondo ad un’ambivalenza di significati che restituiscono una possibile forma di sopravvivenza della natura all’interno del ritmo della vita che passa dalla strada, dagli incroci, sino alle vie di città desolate dove i petali, sempre vividi e suadenti nei loro colori, non emettono però profumi, semmai colpiscono lo sguardo e il cuore perché si limitano solo/just ad esistere. Ad esserci come presenza all’interno di un’inquadratura perfetta che trascende e supera i particolari per giungere all’interno di un quadro di connessioni significative. Paola Giordano s’interroga e scompone la realtà con la consapevolezza di chi sa godere anche la seduzione della massa come numero e dei suoi prodotti come ornamento. Attivata questa ambizione poetica le sue opere appaiono allora come dei criptici cortocircuiti nei quali la condensazione enigmatica supplisce alla rappresentazione figurativa, come nel caso di Notturno o di Vento Cosmico. Tanto contemporaneo è il suo sguardo sulla città che piace azzardare un parallelismo tra il suo Fiore metropolitano del 2013 e l’installazione avvenuta nella città di Berlino nel 2014 per celebrare i venticinque anni della caduta del Muro; Lichtgrenze (Confine di luce), ovvero la riproduzione mediante otto mila palloncini di elio luminosi del tracciato del confine che ha diviso la città tedesca per quasi trent’anni e che la sera del 9 novembre è stato liberato in cielo. La stessa traiettoria che si scorge nitida nell’opera della Giordano. Coincidenza, o forse, geniale anticipazione di senso.

Just Urban Flowers. The forms of the absence in Paola Giordano

To give shape and voice to a transitory moment seems to be the donnée that drives the works of Paola Giordano, an artist who draws on numerous references offered widely by both the twentieth century avant-garde that the most innovative experimentations after World War II. Just Urban Flowers seems to be a simple title how much never clear yet – as always the case of seemingly simple things-contains within itself a universe multiple how much never articulated of all the complex plots that characterize our modern metropolis. The chaos, the noise, the mass, estranging loneliness of the individual, poverty and the general indifference, are topics that like empty presences crawl silent on the canvas, fed from strong and decided colors that, without second thought, they scratch the surface with their graphic sign, almost to likeness of certain horizontal signs resumed from above. So much in fact can be seen in the works of this artist keen to capture what of the nature is born like ephemeral; The life in the metropolitan cities. So in an immediate vision that does not leave doubt is offered to the look signs interpretable as phenomenal fields within which is consumed that liquid life dear to Bauman in which we are daily immersed and absorbed. In its trajectories that are similar the luminous wakes of the cars, the human affections meet and mingle with the nocturnal glow of electric light, imbued of city noises, and yet in these stretches of light hangs something deeply spiritual and cosmic that surpasses the purely swarming individuals in order to make space to a possible living form that is embodied in the Metropolitan flower. What in spite of cement and of tar it appears from the ground and sinks its roots of stone in the city forest that does not emit odors or stillness, if anything is the backdrop to an ambivalence of meanings that return a possible form of survival of the nature within the rhythm of life that pass from the road, from the crossings, until the streets of the desolate cities where the petals, always vivid and persuasive in their colors, they do not emit but scents, but have hit the look and the heart because they are limited alone/just ad to exist. To be as a presence within a perfect frame that transcends and surpasses the details in order to reach within a picture of meaningful connections. Paola Giordano interrogates and decomposes the true with the knowledge of who knows to enjoy the seduction of the mass as number and its products as an ornament. Activated this poetical ambition her works appear then as cryptic short circuits in which the enigmatic condensations supplies to the figurative representation, as in the case of Notturno o di Vento Cosmico (nocturne or wind Cosmic). Much contemporary is her look on the city like able to risk a parallelism between her Flower metropolitan of the 2013 and the installation happened in the city of Berlin in 2014 to celebrate 25 years of the fall of the wall; Lichtgrenze (border of light), or reproduction by means of eight thousand balloons of helium luminous of the tracing of the border that has divided the German city for nearly thirty years and that on the evening of November 9 was released in heaven. The same trajectory that can be seen in the work of Giordano. Coincidence, or perhaps, brilliant sense of anticipation.

English version by Galleria “Il Collezionista”

Mostra Collettiva "Premio Arte e Scienza"

In una location suggestiva ed elegante si celebra un nuovo evento organizzato dalla Galleria “Il Collezionista” di Roma.

La sede scelta per questa esposizione collettiva è il Museo di Arte e Scienza a Milano.

Un luogo dove permea e viene promossa costantemente la cultura a più livelli.

La rassegna riunisce e premia artisti del panorama internazionale dotati di notevole estro e competenza tecnico-pittorica, che hanno dimostrato

il loro valore durante il corso degli anni, a seguito delle loro qualità creative.

Grazie a queste opere i cultori d’arte possono trarre godimento e beneficio estetizzante attraverso l’immedesimazione e l’immersione totale

con ciò che viene reso visibile da questi artisti, i quali, ognuno in modo personale, prendono spunto dal dato reale per poi elaborare e proporre

allo spettatore un viaggio nei significati a tratti simbolici del mondo interiore che permea la fenomenologia e gli eventi dell’umanità.

Pertanto, una mostra di spessore segna una tappa importante, in una miscela di stili differenti,per questo anno in corso.

Dott. Gabriele Giuliani – Art Director