Sublimi transiti. I passaggi interiori nelle opere di Vigdis Elisabeth Feldt
Attraverso la sua opera pittorica l’artista conduce per mano l’osservatore all’interno di squisiti paesaggi che si prestano ad essere fedeli riproduzioni di transiti interiori. Tale resa è di fatto possibile grazie all’impiego di una tecnica oltre che di una poetica che si svincola da certe rigidità formali per abbandonarsi e aderire ad una regola “altra”; quella del cuore, delle sensazioni primigenie che non possono essere spiegate razionalmente quanto piuttosto attraverso le emozioni suscitate da un profumo, da un tramonto od un particolare ricordo. Sono attimi di bellezza alogica che l’artista cattura e fa propri, restituendo al mondo la personale visione interiore che sempre tende ad esprimere visivamente quelle impressioni che si manifestano dapprima nell’anima. Accade così che paesaggi di città o campagna divengano lo sfondo silenzioso ed evocativo su cui si consumano le umane esistenze, rese immediate nella loro percezione grazie ad uno stile onirico e surreale, rafforzato da una ingenuità genuina che libera forma, luce e colore nei paesaggi che spesso rispecchiano la ricerca interiore dell’artista per la bellezza e il significato nascosto delle cose che ci circondano. Come esseri umani siamo in relazione gli uni con gli altri e tale connessione in un’epoca come la nostra, dove la tecnologia unisce e allo stesso tempo esaspera le già esistenti solitudini, trova conforto nella natura e in tutti quei brevi momenti di semplice quiete in grado di appagare il desiderio di eternità e di pienezza dell’uomo. Le affinità caratteriali, le relazioni, la ricerca di poteri o la sofferenza che possono scaturire da eventi o ruoli sociali vengono così espresse dall’artista attraverso una pittura evocativa e silenziosa, che molto risente delle suggestioni prese in prestito dalle sue origini nordiche, fatte di luci livide, splendidi soli raggelati in mezzo a nature incontaminate e selvagge. Così il pennello, guidato dalla mano paziente di Elisabeth, diventa il mezzo attraverso il quale proiettare sulla tela un arcobaleno di emozioni, ombre lunghe e silenziose, acque bluastre, gelidi tramonti e delicati interni domestici, dove giovani madri godono appieno del senso della vita. Quella più vera, ancestrale e profonda. Sogni e visioni moderne dal sapore antico ci immergono così in quegli scenari a noi spesso lontani ma di cui, in modo più o meno inconsapevole, siamo alla ricerca quando il desiderio di fuggire dalla globalizzazione opprimente diventa costante. Allo stesso modo di chi, dopo un lungo sonno, torna finalmente a godere della luce.
Dott.ssa Elena Gradini, critico d’arte
Sublime transits. The inner passages in the works of Vigdis Elisabeth Feldt
Through her pictorial work, the artist leads for hand the observer inside exquisite landscapes that lend themselves to be faithful reproductions of inner transits.
Such yield is in fact possible thanks to the use of a technique as well as of a poetics that frees itself from certain formal rigidities to abandon oneself and adhere to an rule “other”; that of the heart, of the primitive sensations that can not be explained rationally how much rather through the emotions provoked from a scent, from an sunset or a particular memory. They are moments of a logical beauty that the artist captures and makes her own, giving back to the world the personal inner vision that always tends to visually express those impressions that first are manifested in the soul. It happens so that landscapes of the city or country become the silent and evocative background on which the human existences are consumed, immediate yields in their perception thanks to a dreamlike and surreal style, strengthened from a genuine ingenuity that liberates form, light and color in the landscapes that often reflect the inner research of the artist for the beauty and the hidden meaning of the things that surround us. As human beings we are in relationship with each other and such connection in an era like ours, where technology joins and at the same time exasperates the already existing loneliness, finds comfort in the nature and in all those brief moments of simple quietness in able to satisfy the desire of eternity and fullness of the man. The character affinities, relationships, the search of powers or the suffering that may arise from social events or roles come so expressed from the artist through an evocative and silent painting, which is very much influenced of the suggestions borrowed from her Nordic origins, made of livid lights, beautiful suns frozen in the middle of pristine and wild nature. Thus the paint-brush, guided from patient hands of Elisabeth, becomes the means through which to project on the canvas a rainbow of emotions, long and silent shadows, bluish waters, icy sunsets and delicate domestic insides, where young mothers enjoy fully the meaning of life. The most true, ancestral and profound one. Dreams and modern visions with an ancient flavor immerse us in those scenarios that are often far from us, but which, in more or less unconscious way, we are looking for when the desire to escape from oppressive globalization becomes constant. In the same way of who, after a long sleep, finally come back to enjoy the light.
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