Coscienze, sogni e visioni. L’universo di Giusy Brescianini
L’artista Brescianini si inserisce all’interno del panorama artistico contemporaneo con la specifica del proprio linguaggio pittorico che rimanda ai tanti significati che oggi circondano la nostra società. Sono messaggi fatti di coscienze interiori, interruzioni, pause formali, solitudini individuali o ammassi collettivi, dove però è sempre l’uomo la figura centrale di riferimento, quasi a voler esprimere una mise en scène del grande circo della varietà umana, con i suoi vizi e virtù, paure e debolezze, spesso occultate dai ruoli prefissati che la società ci impone. L’artista riesce a far emergere certi tratti individuali esasperando un gesto, un lineamento, utilizzando il colore in base alle proprie gradazioni cromatiche per sottolinearne o meno un’espressione psicosomatica, caratteriale, o psicologica. In questa scenografia a metà tra il pittorico e il teatrale si fa spazio qualche cenno a eventi al limite del grottesco, che altro non sono se non l’evidenziare le tante tipologie di esseri umani, dove la perfezione non esiste, semmai, si cerca piuttosto di raggiungere una sorta di soglia limite degli affetti e dei comportamenti. Entità complesse che vengono accentuate dalla china e dall’ inchiostro, sottile e leggiadro, stati d’animo interiori, tutti sviscerati sulla tela grazie ad una profonda scomposizione geometrica dei piani prospettici dell’osservatore, che si trova cosi coinvolto all’interno dei sentimenti del soggetto rappresentato, quasi a voler subire attivamente una sorta di effetto “neuroni specchio”, che permettono di somatizzare e ricambiare gli atteggiamenti e le emozioni filtrate. Ad accentuare il tono asimmetrico ed astratto delle sue opere è anche l’utilizzo di piani e forme geometriche che servono a creare sia degli spazi visivi di “appoggio” alla tematica rappresentata, sia viceversa, sono funzionali a destabilizzare lo spettatore che viene quasi inghiottito in un gorgo emozionale ove non ci sono più punti di riferimento certi, ma che tuttavia sono ben funzionali alla rappresentazione di un universo inconscio ed emotivo. Quello che l’artista Brescianini cerca infatti di rappresentare è la parade di un circo meraviglioso, all’interno del quale, a turno, tutte le tipologie umane sfilano impietose sotto l’occhio attento dell’artista e, di conseguenza, dell’osservatore riguardante.
Dott.ssa Elena Gradini, critico d’arte
Consciences dreams and visions. The univer of Giusy Brescianini
The artist Brescianini fits inside of the contemporary artistic with the specification of her own pictorial language that refers to the many meanings that today surround our society.
These are messages made of inner consciences, interruptions, formal breaks, individual loneliness or collective heaps, where however the man is always the central figure of reference, as if to express an put en scenes of the great circus of the human variety, with its vices and virtues, fears and weaknesses, often hidden by the pre-established roles that the society imposes to us.
The artist manages to bring out certain individual traits exasperating a gesture, a line, using the color according to their chromatic gradations to underline or not an expression psychosomatic, characterial, or psychological. In this setting halfway between the pictorial and the theatrical, there is room for some mention of events on the edge of the grotesque, which are none other than highlighting the many types of human beings, where the perfection does not exist, if anything, rather to reach a sort of limit threshold of affects and the behaviors.
Complex entities that are emphasized from the cinchona from the ink, subtle and graceful, inner moods, all examined on the canvas thanks to a deep geometric decomposition of the perspective planes of the observer, which is so involved within the feelings of the subject represented, as if to actively undergo a sort of “mirror neurons” effect, which allow to somatize and exchanging the attitudes and emotions filtered. To emphasize the asymmetric and abstract tone of her works is also the use of planes and geometric shapes that are used to create as visual spaces of “support” together to the theme represented, and vice versa, are functional to destabilize the spectator who is almost swallowed in an emotional whirlpool where there are no longer certain points of reference, but which are nevertheless functional to the representation of an unconscious and emotional universe. What the artist Brescianini tries to represent is the parade of a wonderful circus, inside of which, in turn, all human types parade mercilessly under the careful eye of the artist and, consequently, of the observer concerning.
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